
Alcuni autori considerano la posturologia e l’osteopatia come due binari che portano lo stesso treno. Ognuno può convenire che il trattamento di qualunque disturbo, deve godere di sinergia tra le varie discipline che lo compongono. A volte, purtoppo, la nostra medicina viene praticata in un modo per cui le varie discipline specialistiche non si interfacciano tra di loro, col risultato che il paziente è inviato a compiere numerosi accertamenti dignostici senza che nessuno possa individuare una diagnosi precisa. Ciò avviene perché il sapere medico scientifico è ormai immenso e quindi si fatica ad integrare le visioni, ma soprattutto perché, purtroppo, a volte, ci si dimentica che la salute non è la semplice assenza di malattia (definizione oms dal 2011) e il disturbo, se non viene identificato con un vero e proprio stato patologico non viene trattato.
Discipline come l’osteopatia e la posturolgia sono estremamente efficaci nel trattare quei soggetti che hanno molti disturbi ma che ancora non hanno individuato in modo chiaro la causa dei loro problemi. Ormai sempre più persone lo sanno e sempre più persone si rivolgono a questo tipo di terapie, di cui ormai moltissimo si parla e si sente.
Si parta dal presupposto che l’armonia non è uguale per tutti, ma tutti i corpi obbediscono alle stesse logiche.
Se ci fate caso vedrete che è impossibile raddrizzare la schiena come se fosse un tubo di gomma, conoscere le logiche del corpo permette di ristabilire l’armonia di cui ognuno di noi, a modo suo, necessita.
L’osteopatia nasce a metà del XIX secolo da Andrew Taylor Still, che aveva già notato questo fenomeno e fondò la disciplina osteopatica non sul tentativo di eradicare la malattia, bensì sull’aiutare il corpo a ritrovare uno stato di armonia sfruttando i processi e le logiche si autoguarigione che già possiede.