In breve…
Anzitutto invito a non classificare come indipendenti due elementi che potrebbero essere semplicemente non conseguenti.
Facciamo un esempio.
Oggi nevica, quindi:
- Arrivo al lavoro in ritardo.
- Porto gli scarponi.
Ebbene non è assolutamente detto che il mio ritardo (elemento 1) derivi dal fatto che porto gli scarponi (elemento 2). Potrei infatti portare gli scarponi a luglio arrivando in perfetto orario.
Piuttosto entrambi gli elementi compaiono nello stesso contesto.
Allo stesso modo gli occhi e la mandibola si inseriscono nello stesso contesto anatomico e funzionale, ossia quello cranio cervicale.
Abbiamo appurato che il modo di muoversi della atm (articolazione temporo mandibolare) può influenzare l’area cranio cervicale.
A ciò si aggiunge che le tropie (strabismi manifesti) e le forie (situazioni di strabismo non manifesto che evidenziano in particolari situazioni) sono spesso compensate da posizioni anomale del capo. Questo fa sì che il nostro sistema centrale si trovi da un lato a gestire le esigenze del corretto orientamento oculare, dall’altro le esigenze dell’area temporo mandibolare.
A tutto ciò sommiamo le esigenze legate agli stati fisici e alle tensioni emotive che agiscono sull’area attorno alla gola e dietro al collo.